Intervista al TGR
"Il mondo della scuola e il tempo pieno" |
Martedì 21 Aprile 2009 |
Nel momento in cui gran parte del mondo della scuola è mobilitato per la difesa e l’estensione del tempo pieno nella scuola primaria, sento il dovere di offrire un contributo di chiarezza rispetto ad una battaglia di cui mi sfugge il significato. Le classi aperte, i laboratori e l’attività di ricerca al posto della lezione frontale; il superamento dei Programmi didattici del 1955, quelli del “leggere scrivere e far di conto”, attraverso una straordinaria ricchezza di materie, argomenti, contenuti, metodologie innovative; la biblioteca di classe al posto del libro di testo; la valutazione argomentata al posto di quella numerica; il team di docenti al posto del maestro unico; le attività ludiche nella scuola; l’apertura alle offerte culturali del territorio; l’integrazione deli alunni disabili nelle classi; gli interventi individualizzati per i bambini svantaggiati; la partecipazione dei genitori alla vita della scuola e altro ancora.
Il tempo scuola esteso a 40 ore (al posto delle 24 della scuola normale) era la condizione imprescindibile alla realizzazione di quel progetto. Perché di quel progetto - già duramente colpito negli ultimi dieci anni dalle politiche restrittive dei vari governi - il prossimo anno non rimarrà più nulla. Le altre 16 ore non potranno che essere “parcheggio” con mensa, ricreazione, doposcuola. È questa la tragedia, precipitata sulla scuola pubblica, che non si è stati capaci di impedire e che si ha perfino difficoltà a riconoscere. |