Intervista al TGR
Relazione su programma e orientamento ai docenti dell’Istituto Comprensivo “A.Diaz” |
Io ho avuto la fortuna di insegnare nel decennio più straordinario nella storia della scuola del dopoguerra: dal 1972 al 1981. Nel 1972 mi era stata infatti consegnata (a me e ad altri tre colleghi con la mia stessa formazione culturale) una scuola elementare di 10 classi in provincia di Venezia, assicurandomi carta bianca nella sperimentazione di un progetto pedagogico di tempo-pieno.
Avevamo anche introdotto innovazioni che non sono state poi tradotte in norme che ne consentissero l’estensione a tutta la scuola elementare italiana.
Quando poi, nel 1981, sono diventato direttore didattico ho sempre cercato di promuovere innovazioni, sperimentazioni. "Se voi volete lavorare in questa scuola non dovere preoccuparvi solo di trasmettere sapere e conoscenza. Io credo che le parole di questo preside esprimano un concetto fondamentale rispetto al nostro lavoro di educatori. Il concetto di incontro è essenziale nel processo educativo. "La scuola – scrive Freud nel 1909 in una citazione di Galimberti – deve creare nei giovani il piacere di vivere e offrire appoggio e sostegno in un periodo della loro esistenza in cui sono necessitati dalle condizioni del proprio sviluppo ad allentare i legami con la famiglia. Condivido perfettamente questa idea di scuola perché ci porta a considerare la possibilità di costruire la scuola come luogo in cui i comportamenti sbagliati, le mancanze, gli errori non sono irreversibili, "inesorabili", ma possono essere modificati, corretti.
Uno studio in questa direzione (su testi, libri fotografici, video) potrebbe risultare molto affascinante per i ragazzi e veicolare contenuti che aprono a una vasta serie di riflessioni. Non ci si può limitare a trasmettere nozioni e pretendere apprendimenti ormai largamente superati o che non contribuiscono alla formazione – nel bambino e nel ragazzo – di capacità creative, critiche. "La classe mi guarda con aria di sfida" Sul tema delle punizioni apriremo in una successiva occasione un discorso approfondito che parta dalla consapevolezza che la punizione è efficace quando non è inflazionata e quando vi è il riconoscimento dell'autorevolezza di chi punisce da parte del punito.
La maggior parte delle famiglie con i figli in difficoltà sviluppa rapidamente un'ostilità nei confronti degli insegnanti e della scuola che ha lo scopo principalmente di auto-assolversi dalle proprie carenze e responsabilità. "E' colpa della scuola"! COSTRUIRE un progetto educativo unitario dai 3 ai 14 anni. Anche il tema della AUTOVALUTAZIONE dovrà trovare un'occasione di analisi specifica. In questo Istituto Comprensivo ho intenzione di sperimentare quest'anno forme di autovalutazione dei docenti e dell'organizzazione.
Se la valutazione è positiva l'informazione potrebbe essere così articolata:
Ancora dalle indicazioni emerse nella ricerca di Meazzini-Soresi:
potremmo aggiungere altri punti come
Voglio concludere presentando di seguito alcune idee che – con la vostra collaborazione – potrebbero diventare PROGETTI da attuare.
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